
Edizioni “La Zisa”
La scena della Medea di Euripide, incentrata sull’arrivo a Corinto del leggendario re ateniese Egeo, è stata a lungo sottovalutata dalla critica e ha subìto nel corso del tempo una molteplicità di interpretazioni.
Come è noto, Egeo si ferma a Corinto di ritorno da Delfi, dove ha consultato l’oracolo per scoprire le cause della propria sterilità: nel dialogo che costituisce la prima parte del terzo episodio della tragedia euripidea, Medea – tradita da Giasone e condannata all’esilio dal re Creonte – promette al re ateniese di aiutarlo coi propri filtri magici, per consentirgli di procreare. In cambio chiede di essere ospitata e protetta ad Atene.
L’intervento di Egeo ha suscitato più di una perplessità, a partire da Aristotele, che taccia la scena di ἀλογία, «illogicità» (Poetica 1461b 20): in effetti, nonostante la sua centralità, si tratta di un evento «andato a vuoto», in quanto dopo l’infanticidio Medea non approfitterà dell’ospitalità offertale, ma fuggirà sul carro del Sole.
Indubbiamente si tratta di una scena dal carattere pacato, che appare quasi irrilevante, se messa a confronto coi celeberrimi monologhi di Medea e i dialoghi con Creonte e Giasone, carichi di un pathos che qui è totalmente assente. Secondo il giudizio del Wilamowitz, il breve scambio di battute tra la protagonista ed Egeo costituirebbe addirittura una sorta di «doccia fredda sulla passionalità della tragedia».
A dispetto di ciò, una lettura attenta e priva di preconcetti mi ha portato a rivalutare questo episodio, che a mio avviso merita la posizione di centralità all’interno dell’opera: proprio in esso confluiscono i temi principali della Medea – dal problema dei figli all’abbandono, dai giuramenti violati alla brama di vendetta.
È qui che Euripide sconvolge la consolidata immagine del re di Atene come magnanimo e generoso, per offrirne il ritratto di un uomo opportunista e subdolo, abile nel distorcere la parola tanto da tenere sotto scacco l’astuta donna della Colchide.
Non solo: l’incontro con Egeo si rivela l’anello di congiunzione tra le due facies di Medea, dapprima vittima degli eventi e carnefice in seguito, pronta a vendicarsi nei confronti di Giasone. Chi fosse interessato a questo mio lavoro, lo può reperire facilmente attraverso il link seguente: Chiara Rizzatti, L’episodio di Egeo nella Medea di Euripide. Mi farà piacere poter proseguire eventualmente la discussione con chi avrà interesse a leggere questo mio saggio.
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Chiara Rizzatti, autrice di questo articolo:
Nata a Bologna nel 1990, mi sono diplomata al Liceo Classico San Carlo di Modena, dove ho sviluppato la passione per la cultura greca, che mi ha portato a iscrivermi (e laurearmi) in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna. Mi interessano anche le scritture antiche, quali i geroglifici egiziani, le rune nordiche e la lingua micenea: su quest’ultimo argomento ho avuto occasione di presentare alcune relazioni presso le Università di Bologna e Madrid. L’episodio di Egeo nella Medea di Euripide è la mia prima pubblicazione, frutto del lavoro di ricerca condotto in sede di laurea magistrale.